Maria Colombo e Cristiana De Filippis sono le due ricercatrici italiane che si sono aggiudicate il più importante riconoscimento matematico europeo: l’EMS prize, considerato l’anticamera del “Nobel” per la Matematica, la Medaglia Fields. Il premio che è assegnato dal Congresso Europeo di Matematica a Siviglia in Spagna è considerato uno dei più importanti a livello mondiale.
Cristiana De Filippis è anche la prima ricercatrice italiana a vincere questo premio lavorando per un’università italiana, quella di Parma.
I premi EMS sono stati istituiti nel 1992 dalla European Mathematical Society e vengono assegnati ogni quattro anni con lo scopo di riconoscere e onorare i migliori giovani matematici under 35 di nazionalità europea o che lavorano in Europa che abbiano apportato contributi eccezionali alla ricerca.
Se la notizia da una parte ci riempie d’orgoglio, dall’altra pone un tema tutt’altro che edificante. Infatti per quanto riguarda la ricerca universitaria, sul piano economico, l’Italia non è affatto competitiva rispetto agli altri Paesi. Da noi un ricercatore di tipo B come Cristiana De Filippis– un «tenure track» destinato alla stabilizzazione ma non ancora in cattedra – guadagna 2.200 euro netti al mese. «Un mio omologo tedesco – spiega la ricercatrice – circa 4 mila, uno svizzero più del doppio di me: 5 mila euro circa».
È soprattutto il sistema universitario italiano a perderci, perché in questo modo diventa assolutamente non competitivo con le università degli altri Paesi. Ed è l’Italia intera a perderci.
«Così non siamo attrattivi», spiega De Filippis, che pure ha scelto di tornare a lavorare in Italia. Mentre nel resto del mondo si combatte una vera e propria guerra per assicurarsi i migliori ricercatori, offrendo stipendi più alti e anche una serie di benefit per l’alloggio e le spese, in Italia lasciamo che i cervelli abbandonino il paese per raggiungere migliori condizioni economiche e lavorative.
Per la matematica italiana, anzi per la ricerca tutta, non bastano asili nido universitari o congedi di paternità più lunghi. «Se davvero volete aiutare le ricercatrici, dovete mettere più soldi nella ricerca».