Nika Shakarami aveva solo 16 anni, amava cantare e sognava la libertà.
Era scomparsa durante una manifestazione di protesta per l’uccisione di Mahsa Amini nel settembre 2022.
Poco prima di sparire era stata ripresa nel centro di Teheran in un video, poi divenuto virale, mentre dava fuoco all’hijab, il velo islamico obbligatorio per le donne.
Era stata ritrovata dieci giorni dopo, vicino a un cassonetto della spazzatura.
Le autorità avevano dichiarato che si era suicidata gettandosi da un palazzo, una ricostruzione che però non ha mai convinto la famiglia.
Oggi emergerebbe un’altra verità: Nika non è morta suicida.
Sarebbe stata massacrata dalle milizie di Khamenei, picchiata e stuprata nel furgone dalle tre guardie che hanno ripetutamente abusato di lei senza pietà, fino ad ammazzarla, per poi scaricarla nella spazzatura.
L’hanno ritrovata con il naso fracassato e il cranio fratturato per i colpi subiti.
È quanto emergerebbe dai documenti “altamente confidenziali” trapelati dalle stesse forze di sicurezza di cui ha preso visione la Bbc. Il quotidiano britannico ha fornito una lunga ricostruzione dal momento dell’arresto fino alla morte dell’adolescente iraniana, con la descrizione di dettagli agghiaccianti.
Ma la storia di Nika è solo l’ultima di una lunghissima serie che ancora non si è conclusa.
In quella terribile fase di repressione sui manifestanti anti-governativi, infatti, si contano ventimila arresti, quasi seicento morti e ben nove condanne a morte per impiccagione, alcune delle quali avvenute anche in pubblico.
Tra le vittime ci sono molte giovanissime donne che, come Nika, hanno osato sfidare la cosiddetta “polizia morale”. Molte di loro hanno dato vita al movimento Donna Vita Libertà.
Molte di loro hanno dato la vita per la libertà.
Foto da Facebook.